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Macchie cutanee

Le macchie o discromie cutanee rappresentano uno fra gli inestetismi cutanei più comuni e diffusi. La  manifestazione di queste pigmentazioni è spesso causa di disagio nei soggetti colpiti da questi fenomeni, soprattutto se queste compaiono in zone visibili ed esposte, come mani e viso.

Le discromie cutanee sono alterazioni del colorito della pelle dovute a eccesso di melanina o, in alcuni casi, al deposito di pigmenti di altra natura sull’epidermide. Tale alterazione può essere localizzata in un’area specifica del corpo o diffuso.

Le discromie o macchie della pelle non sono tutte uguali, ognuna di esse ha origine e profondità diverse. E’ bene specificare che non tutte le tipologie di macchie cutanee hanno la stessa origine.

Classificazione macchie cutanee

Macchie solari

Si presentano come macchie di forma irregolare e dimensione variabile, la cui colorazione può andare dal giallo al bruno. Si manifestano prevalentemente sulle aree più esposte alle radiazioni solari e sono causate da un’eccessiva esposizione al sole senza adeguate protezioni. Colpiscono prevalentemente le persone dai 45-50 anni in su.

Macchie senili

A differenza di quelle solari, sono dovute al sommarsi dei danni provocati dall’esposizione solare nel tempo. Si manifestano come lesioni maculari marroni, generalmente del diametro di 1 cm, e sono più comuni nell’uomo che nella donna. Le zone più tipicamente colpite sono il viso ed il dorso della mano.

Melasma

Il melasma, o cloasma gravidico, è legato ad un accumulo irregolare ed intenso di melanina, non accompagnato da proliferazione dei melanociti, ma da una iperproduzione del pigmento stesso. Le macchie sono spesso visibili sotto le labbra, il naso, le guance, il mento, la fronte e, talvolta anche sul collo.

Nonostante l’eziologia del melasma sia ancora in fase d’approfondimento, tra le principali cause della sua comparsa troviamo l’esposizione alle radiazioni UV e l’uso di estrogeni. La ragione sembra correlabile ai livelli ormonali, in particolar modo al 17-β-estradiolo, il quale ha dimostrato di aumentare significativamente l’attività della tirosinasi se aggiunto a culture di melanociti.

Iperpigmentazione post-infiammatoria

L’iperpigmentazione post-infiammatoria (PIPA) si presenta come un insieme di punti di forma irregolare e di pigmentazione scura che circondano una zona precedentemente infiammata. E’ comune in soggetti con fototipi più scuri e può apparire in qualsiasi parte del corpo . Tale patologia può essere conseguenza di diversi eventi cutanei (acne, eczema, follicolite, scottature, cicatrici) o di trattamenti come peeling o laser.

Lentiggini da “lettino-abbronzante”

Sono stati spesso riportati casi d’inusuali lesioni melanociti dopo l’esposizione ai raggi UV dei lettini solari. Apparentemente sembrano assomigliare alle lentiggini solari ma l’analisi istologica ha rivelato un’iperplasia melanocitica e pertanto il paziente con tali manifestazioni rischia seriamente la comparsa di un cancro della pelle. Qualora si decidesse di insistere con l’impiego di tali strumenti abbronzanti sarebbe opportuno richiedere una visita annuale che esamini lo stato della pelle.

Cerchi scuri attorno agli occhi

La causa dei cerchi scuri che contornano gli occhi è ancora scarsamente conosciuta anche se sono molto comuni, sia negli uomini che nelle donne. Molti ritengono che l’assottigliamento della pelle in tale zona renda più visibili i vasi sanguini sottostanti, che conferirebbero l’indesiderata colorazione. Ogni infiammazione o vasodilatazione in tale area potrebbe manifestarsi come un imbrunimento. Sebbene molte aziende cosmetiche promettano un miglioramento di tale condizione, l’impiego di agenti schiarenti a tale scopo risulta ancora di dubbia efficacia.

 

Prevenire è meglio che curare…

Non c’è dubbio che la prevenzione sia l’arma più efficace nel trattamento delle iperpigmentazioni, soprattutto per quelle di derivazione solare o anche per quelle dovute all’invecchiamento.

In questo caso l’utilizzo di prodotti solari contenenti filtri UV e di preparati con elevate concentrazioni di composti antiossidanti, può aiutare a prevenire la manifestazione di macchie cutanee.

Filtri solari

Come da regolamento I «filtri UV»: sostanze destinate esclusivamente o prevalentemente a proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l’assorbimento, la riflessione o la diffusione delle radiazioni UV. I filtri solari si possono distinguere, per semplicità, in filtri chimici (organici) o schermi fisici (inorganici).

Filtri chimici  sono molecole capaci di assorbire le radiazioni UV ad un certo intervallo di lunghezza d’onda attraverso il passaggio ad uno stato eccitato. I filtri chimici si possono dividere in Filtri UVA, Filtri UVB ed in Filtri a largo spettro. Per garantire una adeguata protezione dall’irraggiamento è necessario che il prodotto sia in grado di assorbire lungo tutto l’intervallo di lunghezza d’onda.

Filtri fisici invece sono molecole inorganiche che svolgono un’azione “meccanica” in grado di schermare la pelle sia dai raggi UVA sia UVB. Sono meno efficaci rispetto a quelli chimici, ma non sono soggetti a degradazione in seguito all’esposizione solare.

Antiossidanti

Gli antiossidanti sono molecole funzionali che trovano un largo impiego in cosmesi, grazie alla loro capacità di prevenire i danni provocati dallo stress ossidativo.

Gli antiossidanti, aiutano a prevenire la comparsa di pigmentazione attraverso un meccanismo antinfiammatorio. E’ noto infatti che a fenomeni infiammatori possa seguire successivamente la formazione di macchie cutanee.

 

Quali sono i trattamenti più efficaci per schiarire la pelle?

 

Attivi Esfolianti

L’applicazione sulla cute di uno o più attivi ad azione esfoliante ha come effetto la parziale o totale distruzione di porzioni di epidermide a cui consegue una successiva stimolazione di una loro corretta rigenerazione.
Nel trattamento degli inestetismi della pigmentazione, l’impiego di tali agenti esfolianti è giustificato per molteplici motivi:

  • accelerano il ricambio di cellule a livello epidermico e quindi diminuiscono il trasferimento di melanosomi ai cheratinociti;
  • riducono la dispersione dei granuli pigmentatori dei cheratinociti;
  • aumentano la desquamazione e quindi la perdita di melanina nello strato corneo;
  • facilitano l’assorbimento di altri agenti depigmentanti cutanei.

Modulatori della melanogenesi

La tirosinasi è l’enzima che controlla la sintesi della melanina ed è prodotto unicamente dai melanociti. È considerato l’elemento chiave della regolazione della biosintesi di melanina nei melanociti epidermici. Agire sull’attività di tale enzima è ritenuta la strategia vincente per la depigmentazione cutanea.

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